Gli anni novanta si rivelarono il decennio in cui il Compact Disc (CD) si affermò davvero. Mentre i lettori degli anni ottanta erano spesso eccentrici, a volte persino strani, entro il 1990 la specie stava rapidamente diventando raffinata in quello che riconosceremmo oggi come 'normale'. Il Sony CDP-X33ES era la personificazione di questo; oggi sembra totalmente ordinario - forse un po' datato dal punto di vista stilistico - e niente di eccezionale. Tuttavia, al momento della sua introduzione nel primo anno dell'ultimo decennio del ventesimo secolo, sembrava l'incarnazione della sofisticatezza degli anni '90.
Lettore CD player di alta classe made by Sony, serie ES..ed e' detto tutto.
Si tratta di un prodotto di livello intermedio nel catalogo ES di Sony che vedeva le serie 2, 3, 5 e 7. Gli apparecchi della serie 2 non si discostavano molto dai prodotti consumer a livello costruttivo. Dalla serie 3 invece abbiamo la svolta: una solidità e robustezza con soluzioni tecniche degne dei livelli superiori. Si andava ovviamente a risparmiare su quello che erano i materiali della serie 7 ma le differenze con la serie 5 erano minime, solitamente relegate alla presenza o meno dei fianchetti in legno e poco più.
L'idea era di offrire un assaggio dei prodotti ES di fascia alta, ma a un prezzo più accessibile. Non cedeva praticamente nulla in termini di funzionalità rispetto ai suoi fratelli più costosi; anzi, era meglio attrezzato in molti modi rispetto al CDP-X77ES da 2,5 milioni di lire. Aveva una tastiera a accesso diretto per le tracce e un 'calendario musicale' sul suo grande display a matrice di punti fluorescente completo, e tempi di accesso alle tracce fulminei grazie alla sua meccanica Sony KSS-270A. L'importanza di quest'ultima non può essere sottovalutata: solo pochi anni prima, a una macchina Philips di prima generazione ci sarebbero voluti fino a dieci secondi per spostarsi da un'estremità del disco all'altra, mentre questo poteva eseguire la stessa operazione in meno di un secondo. Questo rendeva il X33ES ultramoderno e altamente sofisticato nell'uso.
La finitura della macchina non era lussuosa come quella dei suoi fratelli più grandi e costosi, ma condivideva una grande scatola di metallo (430 x 125 x 375mm) con una bellissima facciata in alluminio spazzolato e un telaio e una custodia in acciaio pressato nero dipinto. Pesava 10 kg, non era esattamente pieno d'aria e gran parte di questo peso derivava dalla base solida e dall'importante stadio di alimentazione. Sul retro, troviamo uscite fisse e variabili (il potenziometro di livello di uscita motorizzato, controllabile dal telecomando in dotazione, era il massimo del cool all'epoca) e una uscita ottica digitale.
La sua attrazione principale era il DAC (convertitore digitale-analogico) Sony CXD2552Q a 1 bit. Con lo sviluppo del suo formato Super Audio Compact Disc in corso, l'azienda era totalmente impegnata nel Bitstream, e questo ne era una testimonianza. Dimentichiamo che questo design di DAC (quasi) nuovissimo doveva essere meno rumoroso rispetto ai chip di sovracampionamento 16-bit, 4 volte più costosi che Sony e i suoi rivali stavano utilizzando da anni, e, cosa più importante, era molto più conveniente da produrre in serie. Bitstream era basato sulle sue credenziali audiofile, ma la questione del costo non veniva ampiamente discussa all'epoca.
Dal punto di vista delle funzioni vanta una tastiera per l'accesso diretto alla traccia, un "calendario musicale" sul suo ampio display fluorescente a matrice di punti che prevede anche le classiche funzioni di programmazione e ripetizione ben visualizzate in varie affascinanti colorazioni.
Le connessioni sono su spinotto RCA per le uscite analogiche fisse e variabili. Quest'ultima è telecomandabile e pilotata dal potenziometro del livello di uscita motorizzato che trova posto sul frontale e che asserve anche il livello di ascolto in cuffia. Inoltre è disponibile un'uscita ottica digitale SPIDF.
Con una risposta in frequenza di 2 Hz - 20 kHz 0,3 dB, una distorsione armonica totale di 0,002 (EIAJ), una separazione dei canali di 110 dB e un rapporto segnale/rumore di 113 dB, il CDP-X33 può poratre a gran titolo il suffisso ES.
L'apparecchio proposto è stato revisionato, è perfettamente funzionante e legge anche supporti masterizzati. Ottime anche le condizioni estetiche.